In Evidenza Fine vita, la Conferenza Episcopale sarda tuona: “Non smarrire l’umanità”

Fine vita, la Conferenza Episcopale sarda tuona: “Non smarrire l’umanità”

I Vescovi sardi criticano aspramente l'approvazione in Consiglio regionale della legge sul suicidio medicalmente assistito

I Vescovi sardi non ci stanno. In una nota durissima, la Conferenza Episcopale sarda ha espresso tutta la propria “preoccupazione” per l’approvazione in Consiglio Regionale della legge sul fine vita.

“Il dissenso di noi Vescovi nasce dalla certezza che la vita va sempre difesa, per cui non è accettabile aiutare un malato a morire” scrivono. “Il tema della difesa della vita non può essere un’occasione per contrapposizioni politiche, strumentalizzazioni per finalità di consenso elettorale. Esso richiede un approfondimento serio e convincente, rispettoso della dignità della persona umana”.

I Vescovi richiamano “il comunicato della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana del 19 febbraio 2025”, dove sono auspicati interventi giuridici “che tutelino nel miglior modo possibile la vita, favoriscano l’accompagnamento e la cura nella malattia, sostengano le famiglie nelle situazioni di sofferenza”.

Poi una frecciata alla sanità nell’Isola. “Nella nostra realtà sarda, in particolare, appare ancora più urgente che si dia concreta attuazione al “Piano di potenziamento della Rete regionale di cure palliative 2024”, approvato dalla Giunta regionale il 5 settembre scorso”. E concludono: “I Vescovi sardi ribadiscono, con la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, che la dignità non finisce con la malattia o quando viene meno l’efficienza. Non si tratta di accanimento terapeutico, al quale siamo sempre contrati, ma di non smarrire l’umanità“.

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