Regione Parla Elia Del Grande, killer ricercato in Sardegna: “Ecco perché sono scappato”

Parla Elia Del Grande, killer ricercato in Sardegna: “Ecco perché sono scappato”

Elia Del Grande, noto per il massacro nella "strage dei fornai", è fuggito dalla comunità lavoro ed è ricercato anche in Sardegna, nella Gallura

Crediti foto: Ansa

Elia Del Grande, l’uomo condannato a trent’anni di reclusione per il massacro noto come la ‘strage dei fornai’, è evaso dalla casa lavoro di Castelfranco Emilia, situata in provincia di Modena. Del Grande, all’età di 22 anni, il 7 gennaio 1998, aveva sterminato la sua famiglia a Cadrezzate (Varese), uccidendo il padre, la madre e il fratello.

Le attività di ricerca del fuggitivo si stanno concentrando, oltre che nella zona del Varesotto, anche in Sardegna nella zona della Gallura, dove è già stato, per via delle origini della fidanzata (Telti).

Del Grande ha parlato, in una lettera inviata alla redazione di VareseNews, in cui ha spiegato il motivo della sua fuga: “Il mio gesto è dovuto alla totale inadeguatezza che ancora incredibilmente sopravvive in certi istituti, come le case lavoro, che dovrebbero tendere a ri-socializzare e reinserire con il lavoro, per l’appunto cosa che non esiste affatto, le case lavoro di oggi sono in realtà i vecchi Opg (gli ospedali psichiatrici giudiziari ndr) dismessi nel 2015”.

“Mi sono trovato ad avere a che fare ogni giorno con gente con serie patologie psichiatriche, la terapia chiaramente psicofarmaco, viene data in dosi massicce a chiunque senza problemi. L’attività lavorativa esistente è identica a quella dei regimi carcerari. Le case di lavoro oggi sono delle carceri effettive in piena regola con sbarre cancelli e polizia penitenziaria”.

Del Grande conclude: “Avevo ripreso in mano la mia vita, ottenendo con sacrificio un ottimo lavoro dando tutto me stesso in quel lavoro che oggi mi hanno fatto perdere senza il minimo scrupolo. Ci tengo a precisare che io da questo paese sono stato condannato ad anni 30 di reclusione, effettivamente ne ho scontati 26 e 4 mesi e non sono stato condannato a galera in più, e invece grazie a questo articolo di legge risalente a Mussolini ancora in essere dal nostro codice penale mi sono ritrovato nuovamente peggio di un detenuto”.

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