In Evidenza Saviano: “Raccontare il crimine non diffama la Sardegna”

Saviano: “Raccontare il crimine non diffama la Sardegna”

Dopo gli arresti della Dda, lo scrittore torna sul tema con un video sui social e difende il diritto di parlare di criminalità in Sardegna

Crediti foto: Roberto Saviano

Dopo la notizia dei numerosi arresti per traffico di droga in Sardegna nell’ambito di una maxi operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, Roberto Saviano torna a intervenire pubblicamente sul tema della criminalità nell’Isola. Lo fa con un post sui social, nel quale ricorda gli attacchi ricevuti nei mesi scorsi quando trattò la questione degli assalti ai portavalori.

Saviano al tempo spiegò come i gruppi assalitori fossero originari del Nuorese, prima ancora che i risvolti delle indagini lo confermassero, e parlò di una Sardegna ricca di criminali. Da qui le reazioni sdegnate di diversi politici, sia di centrodestra che di centrosinistra, che accusarono lo scrittore di aver diffamato il territorio. Dall’assessora regionale Desiré Manca al deputato Salvatore Deidda, dall’ex presidente del Consiglio regionale Michele Pais al sindaco di Desulo Gian Cristian Melis. In tanti attaccarono Saviano, che ora torna sulla questione dopo il recente blitz antidroga dei Carabinieri.

“Lo ripeto: parlare di criminalità organizzata non è parlare male di un territorio, ma fare informazione. Difendere una terra significa non negare i fatti” scrive nella didascalia sulla carrellata di articoli e suoi video di qualche mese fa. “Non cambia quello che dicevo allora. Cambiano solo le carte giudiziarie che oggi lo confermano. Raccontare queste cose non è diffamare. È l’opposto dell’omertà“.

Un intervento duro e diretto, quello di Saviano, che riaccende il confronto sul rapporto tra informazione, identità dei territori e libertà di raccontare anche le pagine più scomode della cronaca.

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