A partire dal 1 agosto gli Stati Uniti dovrebbero cominciare a tassare del 30% tutti i prodotti provenienti dall’Unione Europea, compresi dunque anche quelli sardi. Considerata però l’incertezza internazionale che ha caratterizzato quest’ultimo periodo, il condizionale resta d’obbligo.
“L’incertezza sulle decisioni internazionali è stata, fino a pochi giorni fa, la nemica più pericolosa per le nostre imprese. Rinvii, minacce e negoziati incerti hanno paralizzato le scelte di investimento e frenato la fiducia degli imprenditori” ha affermato Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Sardegna.
Secondo il dossier elaborato dall’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Sardegna su dati Istat, i rapporti economici tra la regione e gli Stati Uniti hanno totalizzato 492 milioni di euro.
I dati provinciali dicono invece che Cagliari ha esportato merci per 344 milioni, il Nord Sardegna per 98milioni, Nuoro per 35milioni, il Sud Sardegna per 8 e Oristano per 7. Gli Stati Uniti, infatti, rappresentano il terzo mercato di riferimento per le imprese della Sardegna, dopo Francia e Spagna.
“Serve un forte rilancio del dialogo Usa-Ue – afferma Meloni – che possa scongiurare un’escalation protezionistica che metterebbe in crisi territori come il nostro, dove l’export non è solo una voce economica, ma un’identità produttiva”.
“Se l’Europa in questo momento sta lavorando in un “doppio binario” tra la diplomazia delle trattative e l’azione concreta delle contromisure, al Governo chiediamo misure rapide per sostenere l’export, incentivare l’innovazione e rafforzare la competitività del nostro sistema produttivo. Le imprese artigiane sarde – conclude – hanno dimostrato di sapere stare sui mercati mondiali: adesso meritano strumenti certi e concreti per continuare a farlo”.
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