Angelo Mascia

“Il ‘Pranzo di Sardara’, è stato messo giustamente in grande evidenza da molti giornali ed è diventato un tormentone sui social. Sardara non è identificabile come un luogo in cui si mangia a sbafo senza il rispetto delle regole”. A dichiararlo è Angelo Mascia, che fu Sindaco del Comune dal 1991 al 2001, che “come tutti i Sardaresi” si dice anch’egli indignato.

“Sardara è il paese dell’accoglienza e ha il più alto numero di posti letto tra i comuni sardi non costieri. Le nostre terme sono conosciute e documentate sin dai tempi più remoti e qui nel 1336 morì il giudice Ugone II, padre di Mariano IV e nonno di Eleonora d’Arborea. Anche nei secoli difficili della dominazione spagnola, i sardi andavano a ‘Los baños de Sardara’ per curare ogni sorta di malattia. Nel 1800 il vicerè Carlo Felice e il re Carlo Emanuele IV seguirono personalmente le vicende delle terme di Sardara, inviando diverse lettere al podatario del marchese di Quirra per invitarlo a restaurare i bagni. Con l’abolizione del feudalesimo le sorgenti termali furono riscattate a caro prezzo, ma finalmente diventarono patrimonio del Comune e nel 1839 iniziò il lungo cammino per la realizzazione delle nuove terme”, prosegue Mascia.

“Oggi alla comunità di Sardara interessa che le nostre terme e il nostro paese con il suo splendido centro storico, con il suo tempio nuragico, con il suo museo archeologico siano valorizzati per creare posti di lavoro e rilanciare la nostra economia. Prima che il Covid lo mettesse in ginocchio, il settore termale era in crescita. Quando la pandemia sarà finalmente finita, la voglia di relax, la possibilità di dedicarsi al benessere e alla cura del corpo e di godere delle bellezze naturali e dei beni culturali dei nostri territori, le terme saranno un punto di ripartenza per il comparto turistico sardo. Con i consistenti fondi europei del Recovery Plan la Sardegna avrà a disposizione una grande opportunità per fare delle Terme di Sardara e degli altri centri termali sardi un volano per la destagionalizzazione turistica e per la valorizzazione delle aree interne. Occorre però che la politica sarda, a tutti i livelli istituzionali, affronti seriamente il problema di valorizzare una risorsa che non è solo di Sardara, ma della Sardegna intera”, conclude l’ex primo cittadino.