Prosegue la discussione sul 261/A “Ulteriori interventi a favore delle attività economiche e dei lavoratori a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19” in Consiglio regionale.

Il resoconto della seduta

Tutti i consiglieri di minoranza intervenuti hanno annunciato il loro voto a favore dell’emendamento 1133 all’emendamento 100, sollevando i problemi legati all’impossibilità della figura del segretario generale di essere autonomo dalla politica, essendo nominato dal presidente della Regione, che può rimuoverlo, e hanno anche sottolineato l’elevato compenso previsto, pari a 240mila euro l’anno, per l’incarico apicale. Piero Comandini del Partito democratico, ha evidenziato che non c’è una contrarietà alla figura di Segretario generale della Regione, ma deve esserne garantita l’autonomia dalla politica e dal presidente di oggi e di domani.

I consiglieri del M5S hanno ribadito che si tratta di una cifra che potrebbe essere destinata alle categorie che stanno soffrendo a causa della pandemia. Per Laura Caddeo, Diego Loi (Progressisti) e Giuseppe Meloni (Pd) si tratta di una legge che non può essere emendata e hanno ribadito la richiesta alla maggioranza di ritirare il testo. Francesco Agus (capogruppo Progressisti), oltre a rilevare il costo previsto per questo disegno di legge, oltre 6 milioni per ogni anno, quindi 18 nel triennio, ha ricordato che ci sono tante categorie in difficoltà che chiedono come poter avere un po’ di ristoro economico. Agus ha affermato che è necessario, prima di andare avanti, discutere del Bilancio. Per Caddeo, inoltre, per figure di prestigio come quella del Segretario generale della Regione non può non essere richiesta, nel momento della scelta, un’esperienza specifica. “Mi sembra un’aberrazione”, ha detto. Il consigliere del M5S Roberto Li Gioi, favorevole, ha definito la proposta di buon senso inserita dall’opposizione, per senso di responsabilità, in una legge che resta impresentabile. Fuori, ha ricordato Li Gioi, ci sono tanti lavoratori che aspettano risposte dalle istituzioni e continuamente ci si rende conto che molte categorie sono rimaste fuori pur meritando la stessa attenzione. E’ a loro che il Consiglio regionale deve guardare, se si vuole davvero che nessuno resti indietro.

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc-Cambiamo) ha detto di aver sentito nel dibattito molte cose non esatte sui costi della legge. I 240.000 lordi previsti per il segretario generale, ha detto Oppi, non sono sufficienti a coprire 200 mensilità come è stato affermato, ma al massimo corrispondono a 4 dipendenti di media categoria del Consiglio regionale. Quanto alla dirigenza, ha proseguito, anche nella precedente legislatura sono state assunte persone di basso profilo con un compenso di 175.000 euro più le premialità ed i risparmi nelle partecipate. Il consigliere dei Leu Eugenio Lai, premettendo di non aver mai concorso a nessuna nomina nella precedente legislatura, ha chiesto alla maggioranza da dove nasca l’esigenza di un forte ricambio dopo aver confermato gran parte della dirigenza in carica, anche nominata dalla precedente amministrazione, come l’attuale commissario dell’Ats. Il compenso del segretario, ha proseguito, fa a pugni con la realtà, perché con il compenso assegnato al segretario generale nel mio Comune pagherei 6 dipendenti comunali e 4 segretari ne pagherei 4. Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, contrario, ha lamentato il mancato rispetto delle persone e in primis del presidente della Regione, fatto intollerabile ed inadatto alle istituzioni. Lai ha ragione, ha aggiunto, abbiamo confermato molti dirigenti uscenti perché non siamo stati bravi ad “occupare” i ruoli e, quanto alle categorie che abbiamo ascoltato ieri, hanno detto chiaramente che gli unici soldi ricevuti sono arrivati dalla Regione e non dal Governo nazionale, nonostante le promesse.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, sull’ordine dei lavori, ha criticato l’appesantimento del clima in Consiglio auspicando che ci si ascolti di più, perché parlare di quello che ha fatto prima il centro sinistra cioè scalzare i dirigenti (ma non i direttori generali) mentre il centro destra non lo ha fatto non ha senso. Infatti, ha precisato, una operazione del genere non è prevista dalla legge se non per una quota minoritaria e comunque si tratta di dirigenti che hanno operato con governi di diverso orientamento.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha dichiarato di non accettare da nessuno lezioni di morale, tanto meno da chi mi ha offeso senza scusarsi; sono risentito ma non ho dimenticato e in ogni caso auspico un linguaggio più consono per tutti.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, premettendo che non c’è niente che non possa essere chiarito anche in una pausa dei lavori, ha auspicato che si possano riportare in Aula condizioni di lavoro più serene, dandosi un metodo senza tollerare deroghe.

Il presidente Giovanni Antonio Satta ha assicurato che nella riunione di stasera dell’ufficio di presidenza l’argomento sarà affrontato.

Al voto l’emendamento n.1133 è stato respinto con 20 voti favorevoli, 32 contrari ed 1 astenuto

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’emendamento n.1134

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha spiegato che con la proposta si chiede il ripristino della condizioni previste dalla legge 31/98 per la conferma o revoca del segretario generale entro 3 mesi, altrimenti questo passaggio della legge sarà impugnato. Ma più grave, ha sostenuto, è che il Consiglio prosegua il dibattito sulla legge mentre la comunità regionale vive un momento di sofferenza senza precedenti.

Sempre per i Progressisti il capogruppo Francesco Agus ha chiarito che l’emendamento fa parte di un pacchetto di proposte finalizzate ad evitare gli emendamenti “canguro” presentati dalla maggioranza. Nel merito, a suo giudizio, il segretario generale è solo una figura sulla quale non abbiamo niente in contrario; siamo contrari invece ai dipartimenti e soprattutto ai poteri conferiti ad una persona esterna all’amministrazione alla quale non vengono richieste grandi competenze.

Ancora per i Progressisti Maria Laura Orrù si è soffermata sul problema della tecnica legislativa perché il testo fa emergere la mancanza di visione strategica e di un rinnovamento che abbia una prospettiva credibile per i prossimi 30, un periodo nel quale, oltretutto, dovranno essere ben programmati e gestiti sia i fondi del Recovery Plan che quelli della programmazione ordinaria europea.

Per il Pd il consigliere Roberto Deriu ha ricordato che i modelli prefigurati sono due: uno piramide con presidente e segretario al vertice, l’altro che crea una sorta di “aristocrazia” di super dirigenti che si formano a seconda del progetto però questo modello presuppone il superamento dell’assessore come “ministro” e lo si vuole introdurre mantenendo la vecchia organizzazione di vertice per controllarla, ma così la riforma non funzionerà.

A nome del M5S Desirè Manca, rispondendo ad alcune critiche, ha rilanciato il paragone del precedente intervento fra i costi esagerati della legge e le condizioni retributive “normali” dei pubblici dipendenti.

Il consigliere Piero Comandini (Pd) ha rivendicato all’opposizione la capacità di non fare solo ostruzionismo ma di presentare anche proposte qualificanti. Diciamo no, ha sostenuto, alla politica che vuole controllare tutto perché molto spesso in questo modo il popolo si è allontanato dalla politica e questo dato sta alla base della separatezza fra azione di governo e gestione amministrativa che le legge prevede. Per il Pd Rossella Pinna ha messo l’accento sul deterioramento dell’immagine della Sardegna emerso in una trasmissione televisiva, dove si è parlato da un lato di una legge così costosa e dall’altro della ricerca di medici vaccinatori a titolo gratuito.

Il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha definito l’emendamento un tentativo di attenuare la manovra di onnipotenza avviata dal presidente della Regione che, di fatto, ha voluto forzare oltre ogni limite le regole del nostro ordinamento giuridico cercando, dall’altra parte, a ridurre il tasso della meritocrazia e la quantità dei requisiti ai nuovi dirigenti.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni (Pd) ha annunciato voto a favore dell’emendamento e si è rivolto direttamente all’assessore della Salute, Mario Nieddu, per denunciare che “in aree di competenze della Assl di Olbia ci sono intere famiglie segregate in casa che attendono interventi, aiuti e provvedimenti delle Usca e degli uffici dell’igiene pubblica”. Il relatore della maggioranza, Stefano Tunis (Misto), ha dichiarato voto contrario ed ha spiegato che “il rapporto funzionale che dovrà intercorrere tra il segretario generale ed i direttori generali degli assessorati può essere rappresentato come quello che intercorre tra il presidente della Giunta e gli assessori”. Posto in votazione l’emendamento n. 1134 non è stato approvato (30 no e 20 sì) ed il presidente ha annunciato la votazione dell’emendamento sostitutivo n. 1102 (Tunis) all’emendamento n. 100 (Massimo Zedda e più). Contrari i consiglieri delle opposizioni che hanno criticato sia il contenuto delle proposte modificative avanzate dalla maggioranza ed anche il ricorso al “taglia e cuci” fatto su un emendamento della minoranza, presentato con obiettivi assai distanti rispetto a quelli contenuti nella proposta Tunis.

La consigliera M5S, Desirè Manca, ha insistito sull’eccesso di discrezionalità garantita al presidente della Regione nella nomina del segretario generale. Concetto ripreso anche dal capogruppo Leu, Daniele Cocco che ha denunciato anche l’assenza “ormai da nove mesi del direttore dell’Izs di Sassari con immaginabili conseguenze per il corretto funzionamento dell’ente”. Massimo Zedda (Progressisti) ha stigmatizzato le dimissioni annunciate dai vertici dell’Aou di Cagliari e dal commissario straordinario della Provincia di Sassari, mentre la consigliera Rossella Pinna (Pd) ha insistito sulla contrarietà a quanto previsto nell’emendamento 1102. Diego Loi (Progressisti) ha evidenziato come, rispetto a quanto proposto dai Progressisti nell’emendamento 100, le modifiche sostitutive a firma del relatore di maggioranza, cancellano la valorizzazione del personale regionale. Maria Laura Orrù (Progressisti) ribadendo il voto contrario al 1102, ha accusato il centrodestra di voler minare l’autonomia e le prerogative del consiglio regionale, escludendo anche i dirigenti della pubblica amministrazione dalla istituendo carica di segretario generale. Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha posto in luce la confusione tra ruoli politici e amministrativi ed Eugenio Lai (Leu) ha invece invitato i Progressisti al ritiro dell’emendamento 100 “così da non correre il rischio di associare i cognomi dei consiglieri regionali ad un provvedimento profondamente sbagliato”. Lai ha inoltre criticato duramente l’assessore degli Enti Locali, Quirico Sanna, per un post nel quale, a giudizio del consigliere della minoranza, l’assessore sarebbe intervenuto nel confronto politico interno al Comune nel quale è sindaco il direttore generale degli Enti Locali.

Piero Comandini (Pd) è ritornato sull’assenza dei criteri di merito per la nomina del segretario generale («basta una laurea e cinque anni di iscrizione ad un albo professionale, senza concorso») e Alessandro Solinas (M5S), condividendo “molto delle parole del collega Comandini”, ha incalzato l’assessore Quirico Sanna, “perché la smetta di influire sulle dinamiche di un Comune, e porti rispetto al Consiglio.

Salvatore Corrias (Pd) ha evidenziato l’assenza di un limite nella dotazione e nelle strutture degli uffici del segretario generale ma “il problema non è nell’apparato amministrativo ma nella classe politica”. Gianfranco Satta (Progressisti) ha ripreso l’intervento fatto dal decano dell’Aula, Giorgio Oppi, per fare appello al Consiglio, affinché si sospenda la seduta e si concordi un testo condiviso. Posto in votazione, l’emendamento n. 1102 è stato approvato con 33 sì e 20 contrari. Decaduti gli emendamenti 1101 e 1099 si è aperta la votazione sull’emendamento 1135. (A.M.)

Il presidente ha quindi messo in discussione l’emendamento n.1135 (Zedda e più). A favore si è pronunciato il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus: «La norma prevede un dialogo continuo tra Consiglio e Giunta regionale. Lo fa prevedendo audizioni a cadenza semestrale, nelle Commissioni permanenti, del Segretario generale della Regione. Il Consiglio è sempre più ai margini delle decisioni – ha detto Agus – questa proposta mira a un riequilibrio. Per lo stesso motivo si propongono cicli di audizioni periodici dei rappresentanti degli enti locali, di area vasta e delle parti sociali».

Il primo firmatario dell’emendamento Massimo Zedda ha ricordato il dibattito in atto, a livello nazionale, sulle prerogative delle regioni: «Il fatto che vi abbiano impugnato tutte le leggi non fa altro che alimentare questo clima di contrarietà nei confronti delle autonomie locali – ha detto Zedda – la vostra incapacità di elaborare norme che reggano il confronto con la normativa nazionale non aiuta. Prevedere cifre folli per dirigenti nominati va contro la legge e non fa altro che mettere a rischio la nostra autonomia statutaria».

Apprezzamento per l’emendamento n.1135 ha espresso anche il consigliere del M5S Alessandro Solinas: «Con questa legge perderanno potere tutti gli assessori, l’unico che avrà dei vantaggi sarà il Presidente della Regione che potrà affermare la sua onnipotenza. Per questo anche la minoranza dovrebbe votare a favore di questo emendamento».

Secondo Roberto Li Gioi (M5S): «Le commissioni sono il luogo dove si elaborano le leggi, oggi discutiamo invece un provvedimento assurdo, non votabile. Questa è la ragione della nostra totale contrarietà al DL 107».

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha annunciato il suo voto a favore dell’emendamento. Favorevole anche Laura Caddeo (Progressisti). Eugenio Lai ha rivolto ironicamente un invito al relatore di maggioranza Stefano Tunis: «Siamo disponibili a ritirare tutti gli emendamenti a patto che l’assessore Sanna ne presenti uno suo. In questo modo avremmo la sicurezza che la legge sarà impugnata come è successo a tutte le leggi presentate dall’assessore».

Messo in votazione, l’emendamento n.1135 è stato respinto con 33 voti contrari e 20 a favore. Il presidente Pais ha quindi dichiarato chiusa la seduta convocandone una nuova per le 17.

L’opposizione in coro ha contestato la decisione di proseguire con i lavori dell’Aula ricordando che nel pomeriggio si riunirà anche la Commissione Sanità per sentire l’assessore Nieddu e i commissari delle Asl sull’emergenza Covid e sull’andamento del piano vaccinale. Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha invitato il presidente a rivedere la decisione. Stessa richiesta da parte di Francesco Agus (Progressisti), Desirè Manca (M5S), Rossella Pinna (Pd) e Massimo Zedda (Progressisti) che ha proposto di far lavorare la commissione e parallelamente favorire approfondimenti della maggioranza su alcuni articoli ed emendamenti al Dl 107.

Il presidente della Sesta Commissione Domenico Gallus (Udc) ha chiarito quali saranno le modalità di svolgimento dei lavori del parlamentino: «Potranno intervenire solo i commissari, se qualche consigliere intende rivolgere domande specifiche lo potrà fare soltanto attraverso il suo rappresentante all’interno della Commissione». Il presidente Pais, dopo aver ascoltato le ragioni delle opposizioni, ha confermato la sua decisione di convocare il Consiglio per il pomeriggio con uno slittamento di mezzora. L’Aula si riunirà alle 17.30