Dopo le province di Roma, Torino, Milano, Modena e Treviso, anche la Sardegna ufficializza la categoria: si dirà “architetta” e non più architetto, come si è fatto fino ad oggi.

Così, attraverso la terminologia in riferimento alla professione, il Consiglio dell’Ordine degli Architetti della Città metropolitana di Cagliari e Sud Sardegna vuole recuperare la consapevolezza del genere femminile. 

“Non c’è alcun obbligo, ma la possibilità di farlo è un’opportunità in più che si offre a chi lo desidera”, spiega Teresa De Montis, presidente dell’Ordine di Cagliari.

D’altronde, su 723 iscritti complessivi all’Ordine del capoluogo dell’isola, 312 professioniste sono architette: circa il 43%, una percentuale in linea con il numero nazionale di 42%.

L’idea di porre il sigillo cagliaritano è stata dell’architetta Silvia Mocci, che aveva argomentato così la sua proposta: “Ritengo che il timbro con la dicitura ‘Architetta’ contribuisca alla continua costruzione di un’identità professionale sempre più consapevole e riconosciuta e che costituisca un primo tassello inscritto all’interno di un più ampio dibattito culturale per la parità di genere. Credo che contribuisca a sviluppare una cultura partecipata dell’uguaglianza in generale e specificatamente nel campo dell’architettura”.

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