Sessanta allevatori di Quirra sono stati privati da oltre dieci anni delle terre dove  da sempre pascolavano i loro diecimila animali. La incredibile diaspora degli allevatori di Quirra è uno dei tanti assurdi risvolti di una vicenda, quella dei veleni di Quirra, che a quanto pare non ha colpevoli, ma soltanto vittime. In questo caso si tratta di sessanta famiglie costrette a migrare in altre terre o in molti casi a restare senza mestiere e con gli animali a carico, oltre ad aver perso i premi comunitari.

“Una storia beffarda in cui a pagare sono sempre i deboli – sottolinea Leonardo Salis, direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra che da subito si è schierata al fianco degli allevatori condannati ad abbandonare le terre senza accusa e senza reato costituendosi parte civile -. A novembre il processo si è concluso con l’assoluzione degli imputati. Insomma nessuno ha commesso il fatto ma gli unici a pagare sono, da dieci anni, i soli allevatori, 60 famiglie sfrattate dalle terre e buttate per strada. Sentenza ingiusta che rispettiamo ma siamo pronti a continuare la battaglia giudiziaria una volta conosciute le motivazioni della sentenza”.

Una brutta storia che non trova responsabili e lascia indietro le solite macerie. “Nessuno – evidenzia Alessandro Serra, direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra – ha riconosciuto il disagio dei pastori; la sentenza mette in secondo piano il destino ed il diritto di decine di allevatori costretti ad abbandonare le terre gestite da generazioni, sbattuti fuori dalle terre che occupavano legittimamente, determinando in sessanta famiglie un radicale cambiamento sociale e  culturale, aggravato dal danno economico”.

“Di fronte a queste situazioni accertate – si domanda il presidente Leonardo Salis – chi risarcirà i danni? Chi risarcirà le perdite derivanti dalla cessione e/o riduzione degli animali? Chi ristorerà il mancato reddito? Chi ristorerà i premi comunitari venuti meno?”.

“Sfrattando gli allevatori si è anche puntato il dito contro le eccellenze agroalimentari locali – dice il direttore Alessandro Serra – un danno di immagine incalcolabile per tutto il territorio devastato dall’impatto mediatico che ha enfatizzato nel tempo sull’insalubrità del territorio coinvolto. In che modo si intende risarcire e rimediare a questo danno?”.

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