In base a una legge vecchia, quella regionale n. 22 del 1998, la Regione Sardegna concede contributi alle aziende editoriali con sede legale in Sardegna per la produzione e diffusione dei giornali. I contributi sono assegnati per l’abbattimento dei costi di prestampa (quindi della carta, degli inchiostri e della grafica) e per il miglioramento della distribuzione: imballaggio, confezionamento (incellofanatura, etichettatura) spedizione e distribuzione.

La legge è ormai obsoleta: è nata prima dell’avvento di Internet e non è mai stata adeguatamente aggiornata. Per i giornali on line infatti le istituzioni, in barba al principio della pluralità dell’informazione, assegnano solo le briciole. L’Assessorato alla Pubblica Istruzione concede – ai sensi della legge regionale 11 aprile 2016 n. 5, art. 9, comma 21 così come modificata dalla legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13 – un contributo a sostegno delle testate on line. Ma è quasi uno scherzo. Per la finalità, il bilancio regionale prevede risorse totali pari a 200mila euro da suddividere tra tutti i giornali on line. Il contributo si riferisce alle spese sostenute dalle testate nell’anno precedente e i rimborsi non possono essere superiori al sessanta per cento delle spese sostenute. È troppo poco.

L’Associazione della Stampa sarda, ancora una volta, chiede alla Giunta e al Consiglio regionale un confronto su una riforma delle leggi a sostegno delle testate, che su basi di equità e meritocrazia aiuti a scongiurare la desertificazione dell’informazione sarda.
I giornali on line, complice la contrazione del mercato pubblicitario, sono in grande sofferenza, prova ne sono i quattro recenti licenziamenti di Sardiniapost.

Siamo in piena emergenza democratica. Cagliaripad appoggia e sostiene con forza ogni azione mirata a rafforzare la libertà e la sopravvivenza di tutta l’informazione locale.

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