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Il 2024 degli italiani e dei sardi è iniziato nel segno dei rincari. Il governo Meloni sta provando alcune misure per uscire dall’affanno in cui versa l’economia, ma i dossier aperti sono tanti e complessi.

Riccardo De Lisa, esperto internazionale di economia finanziaria e docente all’Università di Cagliari, ci spiega quali sono le difficoltà che sta attraversando l’Italia in questi mesi.

Come sta andando l’inflazione? Ci possiamo aspettare un taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea e Fed nel corso del 2024?

Le ultime statistiche disponibili indicano che l’inflazione è in diminuzione rispetto allo scorso anno. Si stima una inflazione per il 2024 attorno al 2,5%, pertanto su valori decisamente più contenuti rispetto agli ultimi due anni. Si tratta di un trend molto favorevole per la nostra economia. Bisogna anche dire però che, nei fatti, non esiste un unico tasso di inflazione ma l’inflazione impatta sugli individui in modo anche molto diverso, a seconda dei propri comportamenti di consumo. Il che significa che alcuni di noi possono trovarsi di fronte ad una inflazione anche molto più alti (o più bassi) di quella media ufficiale. Dobbiamo inoltre ricordarci che quando l’inflazione scende, non significa che i prezzi stanno diminuendo, al contrario, i prezzi continuano ad aumentare ma sono, per così dire, in frenata. Per quanto riguarda la politica monetaria, il taglio dei tassi avviene solitamente quando la diminuzione dell’inflazione è strutturale e si è ragionevolmente convinti che si è stabilizzata su valori prossimi al 2%. Situazione diversa da quella che abbiamo oggi, a motivo della grande incertezza economica che deriva dai gravi conflitti in atto. Mi sembra prematuro parlare di taglio dei tassi, in particolare, nel primo semestre del 2024.

Quali sono i problemi più grossi dell’economia italiana?

L’economia italiana vivere attualmente un periodo molto delicato in ragione di diversi aspetti. Le criticità sulle quali occorrerebbe metter mano sono tante. Vi sono comunque alcuni aspetti di tipo strutturale sui quali occorrerebbe avviare una seria e approfondita riflessione. Pensiamo, ad esempio, all’andamento demografico dell’Italia. La popolazione è in diminuzione e in progressivo invecchiamento. E questo pone problemi seri per la sostenibilità futura delle pensioni e, più in generale, della finanza pubblica. Molti paesi europei stanno importando forza lavoro e stimolando la natalità. Un altro elemento di assoluta criticità è la perdita di competitività delle imprese italiane. Bisogna agire sullo stimolo dei processi di innovazione delle aziende e sulla loro crescita, cosa non semplice. Un ulteriore elemento è rappresentato dalla “giungla” burocratica che rende il nostro paese, un contesto in cui è difficile il “doing business”.

Quali consigli possiamo dare alle famiglie per una buona gestione delle finanze in questa situazione?

Oggi la gestione del quotidiano permane impegnativa. Il carrello della spesa pesa di più, così come le bollette e il carburante. Per coloro che non hanno fonti aggiuntive di reddito la gestione del budget familiare diventa più difficile perché il potere d’acquisto degli stipendi si è contratto. Allora dobbiamo essere più attenti e più bravi nella gestione delle spese. Si tratta di riuscire a gestire il budget familiare cercando di migliorare la qualità della spesa, riducendo al minimo gli sprechi e, soprattutto, cercando comunque di risparmiare un po’. Una buona regola per risparmiare è quella di mettere da parte proprio quando arrivano le entrate. Come dire che quando arriva lo stipendio, lo stesso giorno metto da parte una somma, anche se piccola. Per coloro che invece hanno liquidità, oggi è un buon periodo per investire, ma attenti al “fai da te”, se non siamo molto bravi in finanza.

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