Un importante passo avanti nella cura del morbo di Parkinson è stato compiuto all’ospedale San Martino di Oristano, dove ieri, mercoledì 6 agosto, è stato impiantato il primo infusore sottocutaneo di levodopa su un paziente di 71 anni dell’oristanese, affetto dalla malattia in fase avanzata e complicata.
Il trattamento innovativo è stato effettuato nell’Unità operativa di Neurologia, diretta dal dottor Bastianino Murgia, e seguito dalla dottoressa Rita Farris, responsabile dell’ambulatorio Disturbi del Movimento. “I pazienti normalmente assumono il farmaco
levodopa per via orale. Con il passare del tempo però, dopo anni di malattia, questo perde efficacia perché si riduce la sua
biodisponibilità (ovvero il grado e la velocità in cui il farmaco entra in circolazione), esponendo i pazienti a fluttuazioni sempre più frequenti e invalidanti, come i blocchi motori, i movimenti in eccesso o un sonno sempre più disturbato”, ha spiegato la dottoressa Farris.
Il dispositivo prevede il posizionamento di un ago sottocutaneo, nel braccio o nell’addome, collegato a una pompa portatile, che eroga il farmaco in modo continuo giorno e notte. La gestione quotidiana della terapia, una volta avviata, può essere effettuata direttamente a domicilio dal caregiver, opportunamente formato dal personale sanitario.
“Questa modalità permette di tenere maggiormente sotto controllo i sintomi, come le fluttuazioni motorie e i disturbi del
sonno, e ridurne l’impatto. Questo si traduce, per il paziente, in un notevole miglioramento nella qualità della vita”, ha sottolineato la specialista.
Quello di ieri rappresenta il primo impianto al San Martino, ma altri pazienti si sono già candidati alla nuova terapia. L’ambulatorio Disturbi del Movimento segue oltre 130 pazienti affetti da Parkinson nella sola provincia di Oristano.
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