Il dibattito sul fine vita ha acceso la settimana in Consiglio regionale. Durante la discussione di ieri che ha portato all’approvazione della legge sul suicidio assistito, con 32 voti favorevoli, 19 contrari e un’astensione, sono emerse nettamente le differenze di pensiero sul tema tra i vari consiglieri. E se pure con alcune divergenze all’interno delle stesse coalizioni, le posizioni generali si possono riassumere in centrosinistra favorevole e centrodestra contrario.
“Questa è una legge il cui argomento principale entra nella carne viva delle persone” ha detto il progressista Francesco Agus in Aula. “Chiunque si è trovato a ragionare chiedendosi: e se succedesse a me? E se succedesse a uno dei miei cari? In questo tema pesa più la coscienza che l’appartenenza politica”.
Agus ha ripercorso il cammino di questa legge, che parte da lontano. “Nel 2017 è stato compiuto un atto di coraggio, Marco Cappato accompagnò in Svizzera dj Fabo, lo fece sapendo che quell’atto costituiva reato. Da quell’atto di coraggio è nato un atto di diritto, con la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 580 del codice penale nella parte in cui non esclude la punibilità dell’aiuto al suicidio in presenza di precise condizioni”.
La Corte Costituzionale ha quindi sancito un perimetro da cui si è sviluppato il testo approvato. “Questo testo non ha generato forme di eutanasia, né creato un meccanismo automatico per i pazienti terminali, di cui non si parla” precisa Agus. “Non si parla nemmeno di casi come Eluana Englaro, che non era capace di prendere decisioni. Con questa legge ogni cittadino che ricade nelle condizioni indicate dalla Corte, potrà presentare domanda all’Asl di competenza e avrà 20 giorni per ricevere risposta. Una commissione medica sarà chiamata a verificare i requisiti, senza arbitri. I medici avranno una cornice normativa chiara e non rischieranno nulla. Il servizio sarà gratuito”.
Opposta la posizione di Fratelli d’Italia, rappresentata dal consigliere Corrado Meloni, fortemente contrario alla legge sul fine vita. “Anziché occuparsi dei problemi reali della sanità sarda, il centrosinistra si è impegnato per far approvare la legge sul suicidio assistito” attacca l’esponente della minoranza.
“Un provvedimento inutile, e forzatamente polemico con l’Esecutivo nazionale, che verrà impugnato dal Governo, come già accaduto per quello toscano. Non spetta alle Regioni legiferare su questo tema, ma esclusivamente al Parlamento. Un’ennesima battaglia ideologica portata avanti strumentalmente, nonostante la delicatezza del tema richiederebbe maggiore prudenza, anche per evitare che si trasformi in un provvedimento pericoloso”.
Poi l’affondo sulla sanità sarda, “percepita dai cittadini sempre più scadente e assai peggiorata nell’ultimo anno (come ha evidenziato il recente studio realizzato dalla Fondazione di Sardegna: lo dice il 67%), deve garantire cure efficaci in tempi giusti e questa Giunta con il suo Assessore ‘a tempo’ non hanno finora approvato un solo provvedimento che vada in questa direzione”. Come richiamato dai Vescovi sardi, anche Meloni invita a “sostenere e rafforzare le cure palliative che costituiscono un’alternativa all’eutanasia e al suicidio assistito perché si concentrano sull’alleviare il dolore e le sofferenze del paziente accompagnandolo dignitosamente nel percorso verso la morte, senza accelerarla”.
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