Lo sport sardo, nel 2025, è ai piedi di una regina: Alessia Orro. Per la pallavolista di Narbolia, l’anno che si accinge ad arrivare agli sgoccioli è stato con molta probabilità il migliore della sua vita personale e professionale.
La medaglia d’oro ai Mondiali, in Nations League e in Supercoppa di Turchia. Poi i premi di Mvp in tutte le competizioni, celebrata come la miglior palleggiatrice del mondo. E la Sardegna che accoglie le sue gesta, la sua maturità, raggiunta a 27 anni, dopo tanta gavetta.
Al suo fianco c’è Matteo Picchio, anch’egli pallavolista: insieme da un anno, l’ha seguita in Turchia in nome di un amore che cresce giorno dopo giorno e spazza via le paure del passato. Il caso dello stalker che la seguiva ovunque fa ancora male, ma il suo ricordo si sta facendo sempre più lontano. Oggi c’è lo spazio e il tempo perché la vita le restituisca quell’affetto di cui era stata privata in quei giorni.
Del suo 2025 rimarranno le risate con l’amica e collega Miriam Sylla, la gioia collettiva con la nazionale, quel “ca**o che bomba!” dichiarato in diretta tv sulla Rai e che è diventato presto un trend. Le gare a Oristano col Fenerbahce, l’incontro con nonno Peppino e nonna Palmira in una Narbolia festante.
E poi c’è stata la consacrazione. Se la medaglia d’oro alle Olimpiadi nel 2024 aveva avuto il sapore della sorpresa e della forza di un gruppo sbarcato a Parigi senza troppi pensieri, quella arrivata in Thailandia invece ha avuto la potenza della conferma. Perché è stata raggiunta con più fatica, più pressioni, più coraggio. Non era scontato: è stata proprio Alessia il simbolo del trionfo, messa al centro del progetto da un tecnico sopraffino come Julio Velasco.
Ora il 2026 chiama nuovi successi con una maglia e in una nazione, la Turchia, che ha dimostrato di saper apprezzare il suo talento. Poi ci sarà un’altra estate in maglia azzurra, con gli Europei di mezzo, magari altre soddisfazioni. Le Olimpiadi di Los Angeles del 2028 paiono ancora lontane, ma il percorso per il bis va costruito adesso.
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