Un menù rinnovato e un servizio che mira alla qualità dei prodotti, alla sostenibilità e all’inclusione. Sono i cardini delle nuove Linee di indirizzo per la mensa scolastica approvate dalla Giunta comunale di Cagliari guidata dal sindaco Massimo Zedda. L’obiettivo è quello di “orientare la condotta dell’operatore che si aggiudicherà il nuovo appalto, per assicurare un servizio migliorato in termini qualitativi e gestionali-organizzativi”.
Su proposta dell’assessora alla Pubblica istruzione Giulia Andreozzi il documento prevede più spazio a prodotti biologici, a chilometro zero e della filiera corta, con un’attenzione anche al mercato equo-solidale. Le porzioni saranno rimodulate in base alle diverse fasce d’età e ai fabbisogni nutrizionali, mentre le diete sanitarie ed etico-religiose saranno rese il più possibile simili al menù ordinario, per garantire inclusione e pari dignità alimentare.
Non solo cibo. Il nuovo piano prevede un monitoraggio costante della qualità del servizio, una maggiore partecipazione delle famiglie, la formazione del personale e l’introduzione di criteri che promuovano occupazione giovanile, riduzione degli sprechi e pratiche sostenibili. Tra le novità anche l’utilizzo di prodotti provenienti da terreni confiscati alla criminalità, in un’ottica di responsabilità sociale.
“Abbiamo ritenuto necessario adottare un documento di indirizzo, che riflettesse ciò in cui l’Amministrazione comunale si è impegnata fin dal suo insediamento, predisponendo incontri continui con i diversi portatori di interesse”, spiegano sindaco e assessora in una nota. “Dalla comunità scolastica alle organizzazioni di produttori alimentari, passando per i rappresentanti sindacali e per tutti quei soggetti istituzionali che a vario titolo si occupano di sicurezza e qualità alimentare”.
La scadenza del contratto d’appalto relativo alla gestione del servizio mensa nelle scuole cittadine, attualmente in corso tra il Comune di Cagliari e la società cooperativa Camst Group, è imminente. “La volontà della Giunta è quella di fare tesoro dei dati finora raccolti per apportare i giusti correttivi a un servizio delicatissimo per via della giovane età dell’utenza coinvolta, nei limiti però di quanto le rigide disposizioni in materia di ristorazione collettiva lo consentano”.
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