La questione degli stabilimenti balneari, sollevata dallo scrivente, in un articolo relativo alla situazione della spiaggia di Chia, domenica scorsa, fa discutere ancora. La questione è questa: è giusto autorizzare un sempre maggior numero di stabilimenti balneari, anche se tanti bagnanti domenicali preferiscono portarsi da casa ombrelloni e sdraio? Una questione certamente delicata, visto che bisogna contemperare l’interesse dei cittadini ad avere spazi demaniali liberi con quella delle aziende che, in ogni caso, creano occupazione e profitti.

Tra i nostri lettori, Giovanni Esposito ci ha segnalato che la situazione è molto simile anche nelle grandi spiagge di Villasimius e ci esorta ad insistere “su questo argomento chiamando in causa chi autorizza questa anomalia gonfiando a dismisura le concessioni”.

Ma c’è anche chi sostiene che lo scrivente, che peraltro ha visto coi propri occhi la situazione domenica scorsa a Chia (Monte Cogoni), ha preso una sostanziale cantonata.

“Frequento Chia da sempre, e c’ero anche il 5 settembre – ci scrive un lettore che chiede di rimanere anonimo -. Gli stabilimenti sono sempre sold out, bisogna prenotarsi con giorni di anticipo. Grazie a loro, intanto lavorano tanti giovani, poi si evita un ulteriore sovraffollamento e depauperamento del poco che resta delle dune. Il traffico auto al rientro è già da metropoli, figuriamoci se rendessero ancora più libere le spiagge! Bisognerebbe invece ringraziare i gestori delle concessioni che, nonostante gli anacronistici divieti imposti dall’amministrazione comunale di Domusdemaria (divieto di docce, divieto di servizi igienici in spiaggia, divieto di qualsiasi preparazione di cibi, ecc…) in paradossale contrasto con i comuni adiacenti (Pula e Teulada), imposti contro ogni logica turistica, continuano a limitare l’assedio ad una costa già invasa!! Il turismo non è solo bellezze naturali e non si misura in migliaia di presenze, ma anche e forse soprattutto in SERVIZI! Solo così si preservano le bellezze della nostra terra!
Il vostro articolo è pertanto agli antipodi di ciò che è la realtà e di ciò che invece dovrebbe essere incrementato!”.

Il ragionamento del nostro lettore non fa una piega. Anche se lascia un po’ perplessi questa strategia di limitare l’assedio delle coste, effettivamente, superaffollate, permettendone il godimento solo a chi può permettersi una giornata in uno stabilimento a Chia o a Villasimius (immaginiamo quanto dovrebbe spendere una famigliola di quattro persone per una domenica al mare). Francamente, per ovviare a questa eccessiva antropizzazione del territorio costiero sardo, auspichiamo soluzioni più eque e democratiche.

Ma ogni opinione è lecita e gradita.

Insomma, la discussione continua.

Ps. La foto è relativa alla spiaggia di Monte Cogoni domenica scorsa.

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