Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita in Corsica, in un piccolo comune rurale nella parte sud-occidentale dell’isola. Dal 2013 ha vissuto sotto l’identità di “Antonio”, un uomo di Nuoro, identità che aveva sempre speso anche con la sua compagna, una donna francese che mai avrebbe pensato che lui fosse un ricercato latitante.

La coppia ha vissuto per anni in serenità in campagna fino al pomeriggio del 30 gennaio 2018, quando “Antonio” viene colpito da un malore fatale e viene inumato nello stesso giardino in cui era morto.

Così si è conclusa la vita da latitante di Quirico Carta da Buddusò.

Una vita da latitante

La latitanza di Quirico Carta comincia il 14 febbraio 2008 quando l’uomo – pregiudicato per un omicidio del 1993 – spara a due avventori di Buddusò. Entrambi restano feriti ma riescono a salvarsi. Carta sparisce nel nulla. Nessuna traccia di lui neppure quando il 17 ottobre 2012 viene condannato a 16 anni di carcere.

Solo anni dopo  i carabinieri, utilizzando le moderne tecnologie, lo localizzano in un piccolissimo comune rurale nella parte sud-occidentale della Corsica.

Il 2 giugno del 2021, tre anni dopo la sua morte, dopo un’intensa indagine internazionale di polizia, gli agenti della D.T.P.J. (Direction Territoriale de Police Judiciaire) della Police Nationale di Ajaccio – seguendo le indicazioni fornite dai Carabinieri di Ozieri che avevano svolto tutti gli accertamenti necessari – si è presentata per una perquisizione a casa della donna.

Qui oltre a documenti italiani falsi viene dissotterrata un’urna contenente le ceneri del defunto “Antonio”, alias Quirico Carta, inumate nello stesso giardino in cui era morto.

Infine la conferma del R.I.S. di Cagliari che ha comparato il DNA delle ceneri ritrovate a quello isolato dagli oggetti recuperati nell’ovile di Pattada in cui, nell’aprile 2010, l’uomo –braccato dall’Arma – aveva soggiornato per qualche tempo: le ceneri disotterrate in Corsica sono proprio quelle del latitante Quirico Carta.

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