Una maternità cercata e conquistata dopo anni di tentativi e ostacoli. Caterina Murino, attrice cagliaritana di fama internazionale, si racconta in un’intervista al Corriere della Sera firmata da Valerio Cappelli, parlando senza filtri della nascita del suo primo figlio, Demetrio Tancredi, avuto a 47 anni insieme al compagno Edouard Rigaud.
“Il nome? Volevo chiamarlo Gabriele ma ormai è il nome che si sente ovunque. Edoardo è legato alla mitologia e ha scelto Demetrio” racconta. “Io per Tancredi ho pensato più al valoroso cavaliere delle Crociate nella Gerusalemme Liberata. Avere un figlio alla mia età significa regalargli una dote”.
Poi sui due aborti spontanei e le difficoltà dell’adozione. “Li ho avuti a 39 e a 40 anni. Poi sono andata in terapia, la psicologa mi ha dato le chiavi per aiutarmi. In Francia per l’adozione hai un primo colloquio dove ti spiegano tutte le questioni legali. Al secondo colloquio mi sono trovata accanto altre 80 coppie, è stata un’esperienza micidiale, per due ore e mezza ti mostrano un video con bambini di tutte le età che dicono: noi cercheremo il nostro padre biologico per tutta la vita. Sono uscita da lì in lacrime”.
E sui social “la maggioranza sono messaggi stupendi di donne a cui sto dando la speranza di partorire in età così adulta”, ma le critiche “ci sono, vorrei vedere in faccia chi mi chiama nonna attempata. Non ho una ruga in faccia, sono tutta al naturale”.
E sul mondo del cinema, Murino critica la piega che sta prendendo l’industria. “C’è troppa omologazione. Una grande regista italiana mi ha detto, peccato che hai perso l’accento sardo; secondo me, se non l’avessi perso mi avrebbe rimproverata del contrario”.
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