Proseguono le proteste dei lavoratori di Portovesme per la situazione della Glencore. A riaccendere l’agitazione sono stati gli sviluppi del tavolo tenutosi tra l’azienda e il Mimit dello scorso 2 ottobre che era stato ritenuto: “insoddisfacente”.
All’interno di una nota i sindacati avevano reputato “vergognoso l’atteggiamento della multinazionale, che dopo 25 anni di presenza in Italia, conferma che le produzioni si faranno in altri Paesi”.
Secondo i sindacati, nell’ultimo tavolo al Mimit “Glencore ha finalmente gettato la maschera e dimostrato che le preoccupazioni dei metalmeccanici, avanzate da quando è arrivato l’attuale amministratore, erano esatte”.
Cresce però la preoccupazione rivolta al modus operandi delle istituzioni: “Il 2 ottobre le dichiarazioni del ministro Urso hanno colto tutti di sorpresa: la Glencore non ha responsabilità, ha fatto una scelta legittima, ha favorito le visite di possibili interlocutori che di buon ordine hanno deciso di ritirarsi; non solo… ritengono molto importanti gli sviluppi sul litio e sui possibili depositi temporanei di materie critiche. Ci sentiamo presi in giro dalle dichiarazioni in totale controtendenza rispetto al passato”.
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