Stefano Sini, dirigente dell’Anas, è stato assolto con formula piena (perché il fatto non sussiste) dal Tribunale di Sassari nel processo relativo alla morte di un automobilista avvenuta nel maggio 2018 nei pressi della città.
Sini era stato rinviato a giudizio nel luglio 2022 in qualità di capo del Centro Manutenzioni del Compartimento Anas di Sassari, con l’accusa di omicidio colposo per “negligenza, imprudenza e imperizia”. Secondo l’accusa, il dirigente avrebbe causato la “morte traumatica di Alessandro Ortu” per non aver dotato il tratto stradale, interessato dall’incidente, di un’adeguata segnaletica di pericolo di allagamento.
La sentenza, emessa nelle scorse settimane dalla giudice del Tribunale monocratico di Sassari, Sara Pelicci, ha tuttavia completamente scagionato il dirigente.
La vittima perse la vita carbonizzata all’interno della propria vettura, schiantandosi contro il pilone di un cavalcavia sulla strada statale 291 dopo aver perso il controllo del mezzo a causa dell’acqua presente sull’asfalto.
Le risultanze emerse durante il dibattimento hanno smentito le tesi accusatorie, evidenziando che la segnaletica presente era “idonea e adeguata” alle condizioni riscontrabili sulla strada. Inoltre, è stato appurato che il giovane guidava un’auto obsoleta (21 anni), con la revisione scaduta da circa due mesi e quindi non abilitata alla circolazione. A complicare il quadro, gli pneumatici posteriori del veicolo risultavano usurati. Nonostante le forti piogge, gli accertamenti hanno rivelato che la vittima procedeva a una velocità stimata tra gli 85 e i 100 km/h, superando di molto il limite imposto di 50 km/h.
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