A Sassari e Silius son stati soppressi i corsi serali e i Progressisti chiedono subito un’interrogazione in Consiglio regionale.

“L’assessorato alla Pubblica istruzione deve intervenire presso l’Ufficio Scolastico regionale della Sardegna per capire le ragioni di questa decisione e per richiedere il ripristino dei percorsi formativi soppressi”, spiegano Laura Caddeo e Antonio Piu.

Nello specifico, le decisioni arrivano dall’Ambito territoriale scolastico di Sassari che ha espresso il diniego per il completamento del II periodo di Elettrotecnica, dell’I.T.I Angioy di Sassari e dall’Ambito territoriale scolastico di Cagliari che ha comunicato la mancata autorizzazione della classe 4 dell’indirizzo socio-sanitario della sede del corso serale di Silius associata all’Istituto Einaudi di Senorbì.

“Nel primo caso – sottolineano Caddeo e Piu – il taglio del corso è arrivato nonostante il superamento del numero minimo di alunni iscritti, condizione essenziale per l’attivazione delle classi. Nel secondo caso, invece, la soppressione arriva in anticipo rispetto alla data di scadenza delle iscrizioni, fissata dal Ministero dell’Istruzione al 15 ottobre 2021″.

Il ragionamento è ancora più ampio: “Il diritto all’istruzione – continuano gli esponenti Progressisti – non può essere legato esclusivamente a un mero dato numerico, tra l’altro in questo caso pienamente soddisfatto: risulta incomprensibile la scelta della chiusura di corsi in spregio alle disposizioni normative e regolamentari, con gravi ripercussioni sugli alunni interessati a cui viene precluso il completamento del loro percorso di formazione.

Il sistema di istruzione per adulti rappresenta una grande opportunità soprattutto per i soggetti che nel passato non hanno potuto acquisire una preparazione culturale e professionale e che con grande impegno, nonostante la dura giornata di lavoro, dedicano le ore serali al completamento del loro percorso formativo.

In alcuni casi questi percorsi didattici rappresentano dei veri e propri presidi culturali rispetto a situazioni di disagio e grave rischio di esclusione sociale, ancora di più in una regione come la Sardegna che occupa i primi posti nella classifica nazionale per dispersione scolastica. Meritano sicuramente un’attenzione e una tutela maggiore da parte delle istituzioni regionali competenti”.

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