Accompagnato dalla sua chitarra per settant’anni ha cantato e raccontato la Cagliari delle periferie e dei quartieri popolari con pungente ironia, caratterizzando con inconfondibile umorismo centinaia di personaggi che sono entrati nel cuore dei cagliaritani. Con pari efficacia ha lavorato anche per il teatro, la televisione e il cinema. Ricordiamo tutti la sua partecipazione a “Pesi leggeri” di Enrico Pau e “Ballo a tre passi ” di Salvatore Mereu e la più recente a “Casteddu Sicsti” di Paolo Carboni.

Il Misff – Montecatini international short film festival – ha assegnato a Giampaolo Loddo, volto storico del cinema e del teatro sardo, deceduto nell’aprile dello scorso anno a novantuno anni poco dopo la fine delle riprese di “Without You” di Sergio Falchi, un premio postumo come miglior interprete maschile.

Lo scorso 6 novembre si è conclusa con la premiazione dei cortometraggi in gara un’edizione speciale del festival toscano perché dedicata al tema della pace con una guerra alle porte dell’Europa e al dialogo interculturale con l’Iran attraversato da forti proteste sociali.

Selezionati da una giuria internazionale guidata da Olga Strada, i 160 corti in gara sono giunti da tutto il mondo: dall’Italia, dalla Spagna, dalla Germania, Corea del Sud, Cina, Qatar, Stati Uniti, Israele, Russia, Cile, Australia e da molti altri. La gara ha visto concorrere autori di 50 nazioni. Il premio Best short film è andato a “L’Ultimo gradino” di Natascia Bonacci, che ha impressionato la giuria per la sua straordinaria profondità e delicatezza, unite all’estrema cura tecnica del lavoro.

“Il premio conferito a Giampaolo Loddo onora il cinema Made in Sardegna”, scrive Bruno Mossa, presidente della associazione Visioni da Ichnusa -. Con particolare emozione adesso lo vediamo protagonista in due cortometraggi della rassegna Visioni Sarde.

In “Without You” di Sergio Falchi Giampaolo Loddo è un uomo anziano che vive da solo seguendo una precisa ritualità. Prepara la tavola ogni giorno, come se l’amata moglie fosse ancora con lui. L’uomo è assistito da una nipote indaffarata e distratta che non lo capisce. Un giorno, realtà e sogno si incontreranno sotto gli occhi della ragazza che, commossa, comprenderà e preparerà una piacevole sorpresa per il romantico nonno.

In “12 Aprile” di Antonello Deidda, ormai novantunenne, Loddo ha lavorato con la consueta passione e impegno nonostante le fatiche e gli acciacchi dovuti all’età. Al regista  che un giorno gli chiese “Giampaolo ma quanti anni hai?” lui rispose con il suo cagliaritano impeccabile: “No ndi tengu prus”. Non ne ho più, li ho finiti”.

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