L’economia del Sulcis rischia di essere sempre più dipendente dalla guerra. Questo è l’allarme lanciato dalla Cgil che attraverso un comunicato si è schierata fermamente verso la possibilità che l’area venga destinata in modo più massiccio alla produzione di strumenti bellici, come già avviene a Domusnovas con la Rwm.
“Lo diciamo perché questo appare essere lo scenario che propone il ministro Urso dopo i vari confronti avvenuti a livello governativo tra settembre e ottobre in riferimento alla situazione di Eurallumina, Sider Alloys, Portovesme Srl e indotto Sulcis” ha affermato il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante.
“Per quelle aziende in crisi al momento il governo non avanza proposte concrete sul piano industriale ma indica solo una pericolosa scorciatoia: affidare la prospettiva economica del Sulcis all’economia di guerra e all’aumento di produzioni belliche – prosegue Durante – Una scelta che consideriamo sbagliata e non condivisibile, contro la quale ci batteremo. A maggior ragione di fronte alle notizie riguardanti i progetti di produrre a Domusnovas i cosiddetti droni kamikaze con la collaborazione di società israeliane, idea del tutto inaccettabile”.
Il segretario infatti sottolinea che tra le proposte del Ministro Urso ci sarebbe quella di dirottare i lavoratori delle aziende sopracitate verso la Rwm, che invece vorrebbe ampliare le sue attività. Uno scenario ritenuto inaccettabile.
“Per decenni la Sardegna e il Sulcis hanno rappresentato un esempio di eccellenza di almeno tre di queste produzioni e hanno ancora oggi tutte le carte in regola per continuare a svolgere questa funzione a condizione che il governo faccia ciò che deve per i cittadini e i lavoratori del Sulcis e della Sardegna: una politica industriale degna di questo nome”.
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