La prima volta che un cantante sardo calcherà il palco dell’Ariston sarà nel 1965, ben quindici anni dopo la nascita del Festival di Sanremo. Il suo nome è Vittorio Inzaina, 23enne di Telti, muratore, che era riuscito a farsi posto grazie alla vittoria a Castrocaro, allora importantissimo trampolino di lancio per i giovani talenti. A condurre lo show musicale più atteso dell’anno è Mike Bongiorno: il cantante sardo si presenta con la canzone “Si vedrà” in coppia con la band Les Surfs, riuscendo ad arrivare in finale. Il primo posto, però, spetterà a Bobby Solo con “Se piangi, se ridi”.

Tre anni dopo, nel 1968, arriva Marisa Sannia, giovane cantante di Iglesias, che all’epoca aveva solo vent’anni. Per la prima volta Pippo Baudo conduce il Festival di Sanremo e Louis Armstrong sarà il super ospite. Sannia non si lascia intimorire e si presenta sul palco in coppia con Ornella Vanoni, con il brano “Casa bianca”. È un successo e le due raggiungeranno il secondo posto dietro Sergio Endrigo. La canzone venderà ben mezzo milione di copie. La cantante iglesiente parteciperà altre tre volte al Festival: nel 1970 con “L’amore è una colomba” insieme a Gianni Nazzaro, che si aggiudicherà l’undicesimo posto; l’anno seguente canterà “Com’è dolce la sera” con Donatello, con cui sfiora il podio; l’ultima volta sarà nel 1984 con “Amore amore”, che si ferma 15esimo posto.

Nel 1970, però, c’è anche un altro nome sardo a farsi strada sul palco dell’Ariston: è Antonello Sotgiu, gallurese di Trinità d’Agultu, membro dei Ricchi e Poveri. Il gruppo debutta a Sanremo con “La prima cosa bella” in coppia con Nicola di Bari, aggiudicandosi da subito il secondo posto. Un anno dopo, confermerà la stessa posizione con il brano “Che sarà”, cantato insieme a Josè Feliciano.

Più avanti, sarà il momento delle band. Nel 1977 arrivano i Collage, un gruppo di giovani ventenni di Olbia: sono i fratelli Piero e Tore Fazzi, Marino Usai, Piero Pischedda e Pino Ambrosio. Anche loro avevano vinto il Festival di Castrocaro e per questo si erano meritati il lasciapassare per l’Ariston. Secondi dietro gli Homo Sapiens, si presentano con il brano “Tu mi rubi l’anima”, che in poco tempo diventa una vera e propria hit. La band olbiese tornerà a Sanremo nel 1979 con “La gente parla” (quarti in classifica), ma nella categoria “Nuove proposte”, che viene introdotta proprio quell’anno. A vincere però sarà Eros Ramazzotti, esordiente, con “Terra promessa”.

Nel 1988 ancora un gruppo sardo. Questa volta sono i sassaresi Ice a calcare la scena sanremese, dopo la vittoria a Castrocaro. Il brano “Mama”, scritto da Piero Marras, per la prima volta nella storia del Festival, verrà cantato in limba. Nonostante il gruppo non raggiunse la finale, fu una piccola rivoluzione nel panorama musicale italiano, che spinse anche i Tazenda, nel 1991, a cantare in sardo. Il trio sassarese, composto da Andrea Parodi, Gino Marielli e Gigi Camedda, in coppia con Pierangelo Bertoli, conquistano il pubblico in sala con “Spunta la luna dal monte”. L’anno dopo tornano con “Pitzinnos in sa gherra”, che riprende i versi scritti da Fabrizio De Andrè.

Nel 1993 sarà la volta di Maria Grazia Impero, di Calangianus, che presenta “Tu con la mia amica”.

Arrivano poi gli anni Duemila, ma per i cantanti sardi sembra non andare benissimo. Nel 2002 gli Istentales proveranno la strada del Festival, in coppia con Bertoli, ma senza risultati. Stessa cosa accadrà anche le successive due volte che riproveranno a presentarsi: nel 2014 con Vecchioni e nel 2017 con De Piscopo, ma la band nuorese dovrà abbandonare l’idea.

Nel 2009 Marco Carta, giovane cagliaritano reduce dalla vittoria del talent musicale “Amici di Maria De Filippi”, spiazza tutti conquistando il primo posto con il brano “La forza mia”. Nei duetti, Carta si affida ai Tazenda. L’anno dopo la Sardegna fa il bis con il maddalenino Valerio Scanu, che si aggiudica il primo premio con “Per tutte le volte che”. Nonostante il cantante fosse stato eliminato la seconda sera, viene poi ripescato e vince la finale grazie al televoto.

Il 2013 è l’anno di Ilaria Porceddu, di Assemini, che conquista un meritato secondo posto con “In equilibrio”.

Quest’anno ci sarà Mahmood, madre di Orosei, che canterà “Brividi” insieme all’esordiente Blanco. Nel 2019 si meriterà il primo posto con il brano “Soldi”, che gli permetterà di partecipare agli Eurovision Song Contest a Tel Aviv. Nonostante non riuscirà a vincere l’ambito riconoscimento, la canzone sarà un vero e proprio successo.

Ma la lista dei sardi d’origine è lunga: nel 2005 Francesco Renga, originario di Tula ed ex voce dei Timoria, vince il Festival con “Angelo”; Fiordaliso, padre di Quartu, si presenta ben nove volte all’Ariston con tanti grandi successi; Thomas Degasperi degli Zero assoluto, di padre tempiese, per la prima volta al Festival nel 2006 con “Svegliarsi la mattina”; nel 2017 è la volta di Bianca Atzei, madre di Siamanna, e Alice Paba, con nonni di Aritzo. A chiudere il cerchio, un grandissimo della musica italiana: Ivan Graziani, di madre algherese.

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